Conoscete quella teoria che associa per “somiglianza” la forma di certi frutti o fiori all’organo del nostro corpo sul quale hanno effetti benefici? Giusto per fare un esempio: sappiamo che le noci “fanno bene al cervello” grazie agli omega 3, ci hanno sempre detto così...proviamo a guardare un gheriglio di noce: somiglia vagamente alla forma del cervello, vero?
Bene, questo è il principio della teoria delle signature o segnature (o analogie) di Ippocrate, sostenuta fortemente anche da Paracelso.
Questa teoria spiega che in natura “un segno” ci aiuta a capire le qualità e l’utilità di fiori, frutti e altri vegetali. Sappiamo che mangiare carote “fa bene agli occhi”;
se tagliamo una carota a fette possiamo notare che in effetti ricorda la forma di un occhio; è vero che la carota aiuta la vista e fa bene agli occhi, grazie al betacarotene.
Associare per somiglianza può essere molto utile per curarsi e mantenersi sani mangiando quello che ci serve, quando ci serve, anche se non siamo esperti di nutrizione o
medicina.
Ad esempio in autunno, con le giornate fredde e umide, sarebbe buona cosa prendersi cura di un organo essenziale per stare bene e che soffre molto il freddo umido: i RENI.
Diciamo pure che la somiglianza da trovare in un alimento in particolare è facile, vi lascio meno di mezzo minuto per indovinare...
Si, sono i fagioli!
Nella concezione macrobiotica la stagione in cui ci troviamo appartiene all’elemento acqua; se nel corpo c’è equilibrio dell’acqua ci sentiremo pieni di energia e resistenti, quando questo equilibrio viene a mancare verremo sopraffatti da una sensazione di pessimismo e scarsa voglia di fare, tipica dei mesi invernali.
Un’alimentazione ricca di alimenti “riscaldanti” e che non creano umidità nel corpo è essenziale.
I fagioli sono ottimi per raggiungere questo scopo; sono riscaldanti, energetici e contengono ferro, calcio, potassio, fosforo e vitamine del gruppo B.
Sono ricchi di proteine ma, come è risaputo, di basso valore biologico e quindi vanno abbinati con cereali integrali, esempio per eccellenza la pasta e fagioli.
Tra i vari tipi di fagioli che abbiamo a disposizione, quelli azuki sono ideali per la stagione fredda; magari fatti cuocere con un pezzetto di alga kombu, associazione perfetta per proteggere i reni e rinforzare il sistema immunitario.
Le ricette coi fagioli sono pressoché infinite, ogni regione italiana ha la sua specialità e si possono mangiare praticamente tutti i giorni, anche perché ne esistono davvero molte varietà, ognuna con le sue caratteristiche peculiari.
Un suggerimento che forse non tutti conoscono è quello di utilizzare l’acqua di cottura dei fagioli (l’acquafaba) in sostituzione all’uovo nella preparazione di dolci o
salati.
Si usa montata a neve e si incorpora all’impasto di torte e budini o per fare le meringhe. Se ad esempio al mattino vi piace fare colazione coi pancake o waffle, sarà sufficiente
sostituire l’uovo con circa tre cucchiai di acquafaba montata a neve (ci vogliono circa 15/20 minuti per avere una crema montata a neve ferma).
Per ottenerla è facile: prendiamo mezzo chilo circa di fagioli secchi (si possono usare anche gli altri legumi, il principio è sempre lo stesso) e un pezzo di alga
kombu. Si tengono in ammollo per 15 ore circa, si sciacquano, poi si mettono insieme all’alga a cuocere in abbondante acqua. Si fanno bollire fino a
quando saranno morbidi, dopodiché si tolgono i fagioli e si mettono da parte per altre ricette, l’acqua la filtriamo per togliere l’alga e le eventuali impurità e, una volta
raffreddata, la possiamo montare a neve per fare le meringhe, torte, budini, creme per tiramisù o in alternativa alla panna montata, ma anche come maionese vegetale o salse alle
erbe.
Altro piccolo suggerimento: con l’aggiunta di mezzo cucchiaino di cremor tartaro riusciremo ad avere una crema più stabilizzata!
L’acquafaba si può anche congelare, mettendola nello stampo dei cubetti di ghiaccio, così potremo averla sempre pronta da usare; si conserva in congelatore per circa un paio di mesi.
Per i più pigri esiste anche un altro metodo più semplice: provare ad utilizzare l’acqua di governo dei legumi già cotti, a patto che non siano salati. (Leggete sempre bene le etichette e preferite legumi conservati in vasetti di vetro piuttosto che nelle lattine).
Beh, a questo punto spero che vi sia venuta la curiosità di provare!
IL MIO CONSIGLIO è quello di coinvolgere sempre tutti i sensi nella preparazione dei piatti: un piatto sano, bello da vedere, buono e profumato, rende il pasto un momento di gioia e soddisfazione, da condividere con chi amiamo!
Daniela